Una meccanica universale della composizione
di Cristina Fiore
Un sito internet rinnovato, in cui dare spazio alle diverse anime che mi popolano: le produzioni artistiche, che prendono vita dall'universo creativo di Penzo+Fiore, il duo che nel 2009 nasce dall'incontro con Andrea Penzo. Le azioni curatoriali, attraverso gli eventi di Cantiere Corpo Luogo, l'associazione culturale che fondiamo sempre nel 2009. A questo si aggiunge la scrittura, che da un lato prende la forma di articolo, libro o catalogo afferente al mondo dell'arte, dall'altro sta dando vita a nuovi progetti più legati alla letteratura, l'orizzonte da cui provengo, insieme al teatro.
Quando si hanno tanti fuochi non è facile darne conto. Ormai mi sono rassegnata a non scegliere, perché ho capito che proprio il sopravvivere di queste diverse modalità creative permette a me e al mio mondo di avere la forma che voglio. Sono sempre stata entusiasta di scoprire e sperimentare diverse strade del conoscere e soprattutto quella grammatica universale che permette di comporre tanto una canzone quanto un'installazione, un pezzo di teatro o un testo scritto. Credo profondamente che esista una meccanica universale della composizione che non è fatto di nessun elemento particolare, ma che rimanda a logiche superiori, forse potrei dire semplicemente gestaltiche, e che permette di annusare diversi terreni con un occhio di semplice ricerca e tentativo di consapevolezza. Tutto ruota sempre intorno al concetto di relazione, non sempre e non per forza tra esseri umani. C'è relazione tra una parola e un'altra nella tessitura di un testo, tra un segno e l'altro in un quadro, tra un corpo e una scala in un'installazione. C'è relazione profondissima nelle esperienze comuni di laboratorio o residenza, nel fare di un gruppo. C'è relazione nei confronti di un ricordo o di una speranza. |
Ho letto da poco un articolo interessante sulla dipendenza da droga. Venivano ribaltati i termini della questione che ne fa una dipendenza chimica da sostanze da cui sarebbe difficilissimo separarsi. L'ottica proposta dal giornalista andava nella direzione dei legami.
Quello che porta il tossicodipendente a essere tale e a permanere nella sua decisione è l'assenza di un contesto di legami gratificante, in grado di costituire un orizzonte di senso tale da spezzare i vincoli di un altro tipo, letale, di unione. Come nel gioco d'azzardo: non c'è chimica propriamente detta, ma lo stesso impulso che non può essere decostruito se non attraverso una proposta di contesto più significativa. Un sito, di per sé, è uno spazio in cui si uniscono una serie di elementi a formare un cosmo pieno o privo di significato. In questo caso c'è molto della relazione con Andrea Penzo, il compagno con cui giornalmente rifondiamo il significato di relazione, con cui pregettiamo un fare comune per poi allontanarci abbastanza da poterci vedere a figura intera. C'è molto dei progetti fatti a Mestre in questi anni, delle nostre proposte formative e di un passato che ci caratterizza e a cui tentare giorno dopo giorno di dare una forma attualizzata. Un piccolo universo di pensiero volto a trovare, in ognuno di coloro con cui vengo a contatto, proprio il principio del senso che sta cercando, nell'alchimia magica della creazione dell'idea, del progetto, della sperimentazione. |