CRISTINA FIORE
Artista/performer e curatrice. La formazione universitaria in lettere, da cui lo studio su Goffredo Parise e il cinema che focalizza gli aspetti di traducibilità tra tecniche cinematografiche e narrativa, si sovrappone alla pratica teatrale, sviluppata fin dall'adolescenza attraverso la conoscenza diretta di esperienze italiane e straniere. Tra le varie, l'incontro con Le Théatre du Radeau di François Tanguy, il lavoro con la DAF, compagnia di teatro che ha come mentore il prof. Antonio Attisani, e il Teatro Nucleo di Ferrara, con la direzione di Cora Herrendorf, Horacio Czertok e Antonio Tassinari. In quest'ambito, parallelamente al Master Universitario in Comunicazione e Linguaggi non Verbali: psicomotricità, musicoterapia e performance, vengono approfonditi approcci sistemici e relazionali all'atto creativo, sviluppando le varie tecniche di applicazione del fare performativo.
Dal 2009 l'incontro con l'artista Andrea Penzo ridefinisce il terreno di azione della performer, che fonda con lui l'associazione culturale Cantiere Corpo Luogo e fa nascere il duo Penzo+Fiore. L'orizzonte di riferimento non è più il teatro ma diventa quello della performance artistica nell'arte visiva. Fin dall'inizio del sodalizio vengono esplorati i confini della pratica artistica rispetto alle arti sceniche, focalizzando in particolare il momento della scintilla creativa da cui prendono avvio i processi di elaborazione degli artisti.
Su questo solco si collocano i progetti della linea Continuum, che danno vita all'indagine su Gregory Bateson per Parco del Contemporaneo 2012, al lavoro su Alexander Lowen per Contro Zona 2013 e al progetto di rigenerazione artistica Murano Magma partito nel 2018.
La produzione artistica tout court ruota intorno ai linguaggi della performing art e dell'installazione, il cui materiale d'elezione è il vetro. Diverse sono le esposizioni a cui il duo partecipa, sia in Italia che all'estero.
Dal 2014 si struttura una proposta formativa basata sull'utilizzo della pratica performativa come strumento di indagine personale.
Artista/performer e curatrice. La formazione universitaria in lettere, da cui lo studio su Goffredo Parise e il cinema che focalizza gli aspetti di traducibilità tra tecniche cinematografiche e narrativa, si sovrappone alla pratica teatrale, sviluppata fin dall'adolescenza attraverso la conoscenza diretta di esperienze italiane e straniere. Tra le varie, l'incontro con Le Théatre du Radeau di François Tanguy, il lavoro con la DAF, compagnia di teatro che ha come mentore il prof. Antonio Attisani, e il Teatro Nucleo di Ferrara, con la direzione di Cora Herrendorf, Horacio Czertok e Antonio Tassinari. In quest'ambito, parallelamente al Master Universitario in Comunicazione e Linguaggi non Verbali: psicomotricità, musicoterapia e performance, vengono approfonditi approcci sistemici e relazionali all'atto creativo, sviluppando le varie tecniche di applicazione del fare performativo.
Dal 2009 l'incontro con l'artista Andrea Penzo ridefinisce il terreno di azione della performer, che fonda con lui l'associazione culturale Cantiere Corpo Luogo e fa nascere il duo Penzo+Fiore. L'orizzonte di riferimento non è più il teatro ma diventa quello della performance artistica nell'arte visiva. Fin dall'inizio del sodalizio vengono esplorati i confini della pratica artistica rispetto alle arti sceniche, focalizzando in particolare il momento della scintilla creativa da cui prendono avvio i processi di elaborazione degli artisti.
Su questo solco si collocano i progetti della linea Continuum, che danno vita all'indagine su Gregory Bateson per Parco del Contemporaneo 2012, al lavoro su Alexander Lowen per Contro Zona 2013 e al progetto di rigenerazione artistica Murano Magma partito nel 2018.
La produzione artistica tout court ruota intorno ai linguaggi della performing art e dell'installazione, il cui materiale d'elezione è il vetro. Diverse sono le esposizioni a cui il duo partecipa, sia in Italia che all'estero.
Dal 2014 si struttura una proposta formativa basata sull'utilizzo della pratica performativa come strumento di indagine personale.
L'INCONTRO, COMUNQUE
"È la storia umana che fa passare il reale allo stato di parola" Roland Barthes, Miti d'Oggi Si tratta di tracciare il profilo di un incontro. Impossibile delegare tutto al caso, riduttivo iscrivere tutto ad affinità: gli incontri avvengono sulla scia di un inseguimento individuale; le contingenze dell'esser-ci, dell'io nel mondo, portano in seguito sia all'altro che al collettivo. È in questa prospettiva che si indaga il corpus produttivo di Cristina Fiore e Andrea Penzo, dal 2009 alias Cantiere Corpo Luogo. In quell’anno l'identità artistica è divenuta univoca e l'individualità parallela dei due artisti è stata deviata su un unico binario. Accade, come accade l'amore, per predisposizione d'animo più che per ricerca ossessiva. Si abbandonano libertà, e se ne guadagnano altre, distribuite in una forza che prende vita dalla capacità visionaria di creare nuovi mondi, di riscrivere quello che è stato e di immaginare il presente come un foglio da compilare con un nuovo codice, rimasto intentato fino al momento dell'unione. Da qui in poi si procede per tentativi, ci si lascia guidare dall'istinto e dalla volontà di barattare quello che una volta era doppio in una singolarità, ad un prezzo che non si conosce mai fino in fondo. Non si tratta di fare tabula rasa, ma quantomeno di ricreare, mettendo al mondo un nuovo modo di operare. Cristina Fiore e Andrea Penzo non si sono sottratti alla questione, ma hanno fatto quello che Vincenzo Agnetti, padre dell'arte Concettuale italiana, aveva dichiarato attraverso una sua celebre opera, “dimenticando a memoria” [read more...] Testo di Matteo Bergamini English version |
INTRECCIARE LEGAMI
Il 9 luglio di un anno fa cadeva di lunedì. E nella calura estiva, mentre io percorrevo la A4 per raggiungere Forte Marghera, il mio compagno di una vita svuotava casa nostra dalle sue cose. Negli ultimi mesi alcune cose sono cambiate moltissimo, altre affatto. Comunque credo che quel giorno non avrei potuto fare nient’altro. L’arte, in più di un’occasione, mi ha salvato dalla disperazione. Un anno fa, dunque, andavo a raggiungere (la mia era una fuga da qualcosa, più che un viaggio verso qualcosa) Andrea Penzo e Cristina Fiore alla prima delle tre conferenze da loro curate nell’ambito del progetto Ecology of Mind, riflessioni sul pensiero filosofico dell’antropologo britannico Gregory Bateson. Prima parte di un lavoro costituito di tre fasi, che avrebbe dato vita, a novembre, ad una collettiva dal titolo Punti di Ancoraggio, e successivamente a un testo (omonimo, e fresco di stampa) riassuntivo delle elaborazioni di un anno di riflessioni e scambi di considerazioni tra loro, in veste di curatori, e i giovani artisti invitati ad interfacciarsi con gli scritti e le teorie batesoniane. Andrea Penzo e Cristina Fiore sono artisti imprevedibili, scrittori, curatori. Li conosco da poco più di un anno. Ma in realtà avevo avuto un primo contatto con loro (da spettatrice) alcuni anni prima – coincidenza vuole che sempre il Forte fosse scenario dell’incontro – durante l’inaugurazione di una collettiva alla quale loro partecipavano. Ancor prima della performance che li vedeva protagonisti, furono loro stessi a provocare in me la fascinazione [read more...] Testo di Petra Olivares Cut |
INTERVISTA A CRISTINA FIORE E ANDREA PENZO
Si definiscono “attivatori di forme d’arte” e sembrano mossi da una pulsione ad organizzare progetti che non coinvolgano soltanto i loro lavori. Stiamo parlando del duo Penzo+Fiore, sigla con cui Andrea Penzo e Cristina Fiore, entrambi di origine veneta, firmano le proprie opere. Si è conclusa domenica scorsa la rassegna d’arte contemporanea “Controzona” da loro curata. Siamo andati ad intervistarli alla Plip, centrale dell’altraeconomia per scoprire cosa li ha mossi a realizzare un progetto del genere a Mestre.
Dal 2009 vi siete trasferiti a Mestre, città definita dal filoso Massimo Cacciari, “il vero laboratorio della politica”. In che modo il contesto politico si lega al vostro progetto?
Appena trasferiti, abbiamo cominciato ad indagare la città. Elemento caratterizzante di Mestre da quando siamo qua, un po’ per confronti avuti con chi si occupa di urbanistica e con chi progetta, risulta l’evidente e naturale partecipazione del cittadino: tante sono le associazioni, tanti i gruppi e i comitati che agiscono su vari fronti. Si respira questo senso e desiderio di essere parte delle decisioni politiche che vengono prese all’interno della città (le stesse campagne elettorali, ad esempio, si svolgono a Mestre, perché ovviamente il bacino elettorale è qui concentrato). Mestre è la città del “Festival della politica”, nato tre anni fa in piccolo e che è diventato uno degli esperimenti dalla crescita più evidente . Il solo fatto che un festival di questo tipo abbia ricevuto tutta questa attenzione e che venga valorizzato ti dà l’idea di quanto Mestre sia, in questo senso, un luogo significativo [read more...]
Testo di Giulia Colletti per ArtsLife
Si definiscono “attivatori di forme d’arte” e sembrano mossi da una pulsione ad organizzare progetti che non coinvolgano soltanto i loro lavori. Stiamo parlando del duo Penzo+Fiore, sigla con cui Andrea Penzo e Cristina Fiore, entrambi di origine veneta, firmano le proprie opere. Si è conclusa domenica scorsa la rassegna d’arte contemporanea “Controzona” da loro curata. Siamo andati ad intervistarli alla Plip, centrale dell’altraeconomia per scoprire cosa li ha mossi a realizzare un progetto del genere a Mestre.
Dal 2009 vi siete trasferiti a Mestre, città definita dal filoso Massimo Cacciari, “il vero laboratorio della politica”. In che modo il contesto politico si lega al vostro progetto?
Appena trasferiti, abbiamo cominciato ad indagare la città. Elemento caratterizzante di Mestre da quando siamo qua, un po’ per confronti avuti con chi si occupa di urbanistica e con chi progetta, risulta l’evidente e naturale partecipazione del cittadino: tante sono le associazioni, tanti i gruppi e i comitati che agiscono su vari fronti. Si respira questo senso e desiderio di essere parte delle decisioni politiche che vengono prese all’interno della città (le stesse campagne elettorali, ad esempio, si svolgono a Mestre, perché ovviamente il bacino elettorale è qui concentrato). Mestre è la città del “Festival della politica”, nato tre anni fa in piccolo e che è diventato uno degli esperimenti dalla crescita più evidente . Il solo fatto che un festival di questo tipo abbia ricevuto tutta questa attenzione e che venga valorizzato ti dà l’idea di quanto Mestre sia, in questo senso, un luogo significativo [read more...]
Testo di Giulia Colletti per ArtsLife