Alterna uno sguardo che viene da dentro con una visione lontana ma precisa come chi ha un teleobiettivo per scrutare il mondo.
Non c'è scampo, non c'è possibilità di girare la testa per puntare da un'altra parte. La lente è lì, abbastanza grande da coprire tutto il tuo campo visivo. Se sei lettore sei testimone, non scegli. Sei anche tu in quella piscina a guardare gli esercizi di acqua gym, sei seduto al bar davanti alle brioche, ti ritrovi sommerso nell'acqua che può nascondere, salvare o annegare. Sei sempre in sospeso, vorresti intrometterti nelle discussioni tra Nutricia e Anicia, vorresti dire la tua ma non puoi, sei solo lì a guardare da dietro una lente che paradossalmente non deforma nulla, ma permette solo di guardare.
Il valore della testimonianza si perde, quasi, nell'accompagnamento poetico che chi scrive riesce a produrre. Il tempo si sospende, si congela, diventa spigoloso e morbido allo stesso tempo.
Entrare nelle maglie strette di un percorso duro come quello dell'anoressia, denunciato e nominato solo una volta, a bruciapelo, in chiusura di paragrafo e a riga unica, non è semplice. Per chi non sa è complesso capire, non c'è niente di più difficile da comprendere di un'incapacità ad affrontare ciò che per i più e routine, normalità. Si fa fatica a spiegarsi i perché, i come, i quando. E allora si guarda da lontano senza avere il coraggio di sbagliare, perché un invito è come una spina nel fianco di uno dei due lati.
Considero questo testo come un invito a non distogliere gli occhi, un incoraggiamento a vincere la paura, a farsi alleati del dettato mentale che legittima se stesso, per un desiderio netto di realtà.
Non c'è scampo, non c'è possibilità di girare la testa per puntare da un'altra parte. La lente è lì, abbastanza grande da coprire tutto il tuo campo visivo. Se sei lettore sei testimone, non scegli. Sei anche tu in quella piscina a guardare gli esercizi di acqua gym, sei seduto al bar davanti alle brioche, ti ritrovi sommerso nell'acqua che può nascondere, salvare o annegare. Sei sempre in sospeso, vorresti intrometterti nelle discussioni tra Nutricia e Anicia, vorresti dire la tua ma non puoi, sei solo lì a guardare da dietro una lente che paradossalmente non deforma nulla, ma permette solo di guardare.
Il valore della testimonianza si perde, quasi, nell'accompagnamento poetico che chi scrive riesce a produrre. Il tempo si sospende, si congela, diventa spigoloso e morbido allo stesso tempo.
Entrare nelle maglie strette di un percorso duro come quello dell'anoressia, denunciato e nominato solo una volta, a bruciapelo, in chiusura di paragrafo e a riga unica, non è semplice. Per chi non sa è complesso capire, non c'è niente di più difficile da comprendere di un'incapacità ad affrontare ciò che per i più e routine, normalità. Si fa fatica a spiegarsi i perché, i come, i quando. E allora si guarda da lontano senza avere il coraggio di sbagliare, perché un invito è come una spina nel fianco di uno dei due lati.
Considero questo testo come un invito a non distogliere gli occhi, un incoraggiamento a vincere la paura, a farsi alleati del dettato mentale che legittima se stesso, per un desiderio netto di realtà.